Comunicare e relazionarsi con l'altro, la rivoluzione dei Social network.

giovedì 14 gennaio 2010

Internet Addiction Disorder, “drogati” di internet


Ciaoooo!!! :-)
Con la diffusione dei social network come Facebook e Msn si sta diffondendo molto velocemente il fenomeno dell’“Internet Addiction Disorder”, patologia legata all’uso eccessivo del “mondo virtuale”: al Policlinico Gemelli di Roma è stato aperto un reparto dedicato all’assistenza e alla cura di persone che soffrono di dipendenza dal web. Fanno parecchio riflettere i risultati di alcune ricerche riportati in questo articolo: secondo lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell’ambulatorio, “almeno due iscritti a Facebook su 10 ne sono dipendenti mentre, secondo i dati di uno studio dell’università di Perugia, su 10 persone quattro possono sviluppare abusi o dipendenza da internet, la maggior parte delle volte inconsapevolmente”. Sono sempre più frequenti i casi di impiegati interdetti da internet perchè connessi soprattutto ai social network, in particolare Facebook. Per questo basta riflettere sul fatto che 6 aziende su 10 in Italia hanno introdotto limitazioni alla rete internet aziendale”. C’è poi chi si crea un’identità virtuale diversa dalla reale, magari per inventarsi una vita parallela o spiare qualcuno. Buona lettura ....

1 ... 2 ... 3 PROVA, immagine in movimento


venerdì 8 gennaio 2010

I nuovi linguaggi della formazione


Ciao! :-D

Vi riporto il link di un'intervista fatta a Franco Amicucci ... il focus è, il rapporto tra il web 2.0 e la formazione ... come cambia quest'ultima nell'incontro con il web 2.0? Da una "formazione solida", quella tradizionale, si passa ad una "formazione liquida" per sua natura pervasiva, permanente, in grado di adattarsi ai tempi, agli spazi, alle culture delle organizzazioni e dei singoli. Ma l’innovazione più importante che la cultura 2.0 sta generando nella formazione è la partecipazione degli utenti alla costruzione degli “oggetti di apprendimento”. L’utente, singolarmente o in gruppo, ricostruisce frammenti di conoscenze e di esperienze e li rappresenta con i nuovi linguaggi della grafica e del multimedia, partendo da modalità molto semplici come un testo pubblicato nell’intranet, una foto, uno schema, fino ad elaborazioni più complesse, come filmati autonomamente prodotti. L’intranet, le piattaforme e-learning, gli ambienti come second life e youtube, i wiki e i blog possono essere considerate in questo modo le nuove aule dove si formano le persone. A tutto questo si lega, inevitabilmente, un cambiamento determinante del "mestiere" del formatore, il quale più che trasmettere agli allievi nozioni, largamente disponibili e “gratis”, dovrà formarli a come ricercare informazioni, con quali criteri e filtri, come classificarle e utilizzarle, come condividerle e metterle a disposizione della community e del destinatario. Il formatore dovrà quindi trasformarsi da erogatore di contenuti, pacchetti e cataloghi, a regista di processi di apprendimento e di condivisione della conoscenza, ad architetto di ambienti virtuali, ad animatore e regolatore delle dinamiche delle community di apprendimento. Buona lettura. :-)

giovedì 7 gennaio 2010

Learning 2.0. Una nuova proposta educativa il Learning Place


Ciao! Vi propongo l'attenta lettura di quest'articolo relativo alla tematica del Learning 2.0. L'articolo è abbastanza complesso ma mi sembra interessante soprattutto per le tematiche che attraversa, temi di cui abbiamo parlato a lezione. Mi sembra un ottimo approfondimento ... Nell'articolo si parla di Learning 2.0 come prevalentemente caratterizzato da una visione connessionista-situazionista.
Attraverso un'analisi critica dei comportamenti emergenti e delle proposte di passaggio da VLE (Virtual Learning Environment) tradizionali a nuove architetture chiamate PLE (Personal Learning Environment), ispirate alla "vision" teorica cosiddetta del Learning 2.0, si propone di immaginare una via alternativa. Se da una parte i VLE tradizionali hanno posto l'accento sull'istituzione o meglio sul prodotto che l'istituzione è in grado di erogare e, dall'altra, i PLE pongono l'accento sull'aggregazione di contenuti e servizi all'interno di un web pensato come piattaforma e, dunque, sulla gestione autonoma del processo di formazione, produzione e reperimento di contenuti, la terza via proposta, nell'articolo, fa riferimento al concetto di "place" (luogo) quale elemento cardine in grado salvaguardare sia la stratificazione del DNA culturale (ovvero lo "spirito di luogo") che un'armoniosa crescita dell'identità virtuale del singolo. L'architettura dei LP (Learning Place), che deriva da tale "vision" alternativa, non può che essere tale da contenere tutti gli elementi in grado di favorire l'interazione e la costruzione sociale del sapere e la connessione con le realtà esterne presenti sul web. L'articolo è complesso ma ve ne consiglio la lettura ... può arricchire e chiarire alcuni dei punti critici trattati nei libri d'esame. Buon lavoro .... :-) Taty

martedì 5 gennaio 2010

Il web 2.0 una palestra di cittadinanza attiva


Ciaoooo! Ho trovato un video molto interessante sull'educazione collaborativa nel web 2.0, è un'intervista a Carlo Infante. Il web 2.0 viene definito come una "PALESTRA DI CITTADINANZA" dove il paradigma dominante si incentra sul carattere comunicativo di questa nuova tecnologia e sulle potenzialità che se ne possono ottenere in campo educativo, grazie ad una cooperazione educativa. EDUCERE significa "tirar fuori" non mettere dentro, bisogna abbandonare, quindi, la vecchia didattica basata su una trasmissione lineare dei contenuti d'apprendimento per abbracciare il mondo multidimensionale all'interno del quale vivono le nuove generazioni. L'intervista si conclude con una frase: " bisogna formare cittadini non intellettuali e creare palestre di cittadinanza attiva - anche grazie al web 2.0 - è un ottimo punto di partenza". Buona visione Taty :-)

giovedì 31 dicembre 2009

Intelligenza emotiva


Benvenuti!

Con questo articolo sembro allontanarmi dall'argomento Social network ma non è così. Basilare, infatti, nella relazione con l'altro - anche all'interno di un contesto virtuale - è l'EMOTIVITA'. La dimensione emotiva gioca un ruolo fondamentale nell'instaurarsi di rapporti sociali soprattutto all'interno di un contesto virtuale che diventa ambiente di relazione solo grazie alla comunicazione. Il fatto che noi comunichiamo con qualcuno è strettamente connesso con la nostra predisposizione emotiva nei confronti dell'altra persona ... la relazione in rete vive solo grazie alla comunicazione e la comunicazione trova nell'emotività una delle sue componenti imprescindibili. Vi propongo quest'articolo perchè l'ho trovato molto bello, è un pò lunghettino (22 pag scritte in grande) ma è ben strutturato, molto chiaro e molto interessante; inoltre penso possa arricchire un pò le nostre conoscenze sull'argomento, per noi studenti di Scienze umane ritengo sia fondamentale dare peso e ben studiare la dimensione emotiva per guardare l'uomo a 360° gradi. Ciao a tutti, dite la vostra .... :-)

lunedì 28 dicembre 2009

Social Network e didattica

Ciao ciao ... vi propongo la lettura di due interessanti articoli riguardanti l'utilizzo dei Social Network come strumenti per la didattica. Le riflessioni su come i social networks (youtube, flickr, delicious, blog, twitter etc…) possano essere utilizzati e inseriti nella didattica sono piuttosto rare o comunque non trovano molta accoglienza sui principali mezzi di informazione. Sembrerebbe quasi che questi strumenti non abbiano nulla da offrire alla scuola per ora, eppure diverse importanti istituzioni culturali hanno già iniziato ad utilizzarli, e con buoni risultati. Non si tratta tuttavia di iniziative alla portata solo delle più prestigiose università al mondo, perché realizzare un blog oppure un canale Youtube è completamente gratuito e anche piuttosto semplice (per realizzare un blog con la piattaforma blogger bastano una decina di minuti e si può immediatamente iniziare a scrivere e pubblicare i propri post). Allora perché non possiamo pensare ad una scuola che invita i ragazzi, dopo una gita d’istruzione, a raccogliere le foto scattate su un account Flickr (la più frequentata piattaforma di photo-sharing al mondo) magari impegnando ogni studente a scrivere didascalie per i propri scatti? Oppure a una maestra elementare che per spiegare la geografia usa Google Earth (tool di Google che consente di osservare il globo terrestre tramite foto satellitari)? O un account Twitter, (un diffuso servizio di micro-blogging) curato dal corpo insegnante a cui i ragazzi possono abbonarsi e ricevere aggiornamenti su compiti e scadenze?
La ragione per cui i social networks si presentano adatti all’applicazione nell’insegnamento dipende da alcuni elementi tipici da cui sono caratterizzati come: la condivisione, la collaborazione e l’interattività.
La collaborazione, è un aspetto ormai tipico anche della didattica tradizionale, i docenti spesso invitano gli studenti a creare team di lavoro e gruppi di studio per favorire il confronto tra i discenti, perché possano valutare il proprio grado di apprendimento grazie al confronto con gli altri e migliorare le proprie conoscenze. Il web 2.0 mette a disposizione soluzioni tecnologiche anche gratuite che consentono esperienze di lavoro collaborativo molto avanzate, come ad esempio i “wiki”. Un’altra caratteristica dei social networks sono l’interattività e la multimedialità, aspetti che possono fornire un’alternativa alle lezioni frontali classiche ed essere utili nell’insegnamento nelle scuole elementari e medie per aumentare la partecipazione e la curiosità della classe.Ecco alcuni strumenti con esempi di loro applicazioni in ambito: Blog, Wiki, Twitter ...